Giuseppe Giovanni Battista Vincenzo Pietro Antonio Matteo Franco Balsamo, noto con il nome di Alessandro, conte di Cagliostro.
Personaggio avvolto dal mistero fu un avventuriero, esoterista e alchimista italiano. Nato a Palermo il 2 giugno 1793, dopo una vita errabonda tra le corti più importanti d'Europa, fu condannato dalla Chiesa cattolica al carcere a vita per eresia e rinchiuso nella fortezza di San Leo.

È nota la vicenda passata alla storia come lo scandalo della collana: nel 1774 il gioielliere di corte Boehmer aveva realizzato una elaboratissima collana di diamanti, del valore di 1.600.000 livres - pari a circa 500 kg d'oro - una somma che forse solo una regina avrebbe potuto spendere, ma Maria Antonietta rifiutò l'acquisto. A questo punto entrarono in gioco due avventurieri, il conte e la contessa De la Motte, che organizzarono una truffa ai danni del cardinale de Rohan, facendogli credere che in realtà Maria Antonietta desiderasse acquistare la collana. Il cardinale si sentiva in debito infatti, in passato, aveva descritto l'imperatrice Maria Teresa d'Austria come un'insopportabile ipocrita in una lettera inviata al duca d'Aiguillon. Così, quando Luigi XVI e Maria Antonietta salirono sul trono francese, nel 1774, il Cardinale Rohan perdette il posto di ambasciatore. Si convinse che tramite la collana avrebbe potuto riconquistare l'amicizia di Maria Antonietta. La coppia convinse il cardinale a farsi garante presso il gioielliere per conto della regina. La collana, una volta consegnata dall'inconsapevole cardinale a complici dei due imbroglioni, fini nelle mani del conte De la Motte che cercò di venderla in Inghilterra. Ma la truffa fu scoperta e i colpevoli arrestati: la contessa De la Motte, per attenuare le sue responsabilità, accusò Cagliostro di essere l'ideatore del raggiro. Arrestato con la moglie il 22 agosto 1785, Cagliostro fu incarcerato nella Bastiglia. Fu difeso dai migliori avvocati di Parigi, cosicchè il 31 maggio 1786 il Parlamento di Parigi riconobbe l'innocenza dei due italiani, insieme con quella del cardinale, ma una lettre de cachet del re ordinò loro di lasciare Parigi  e la Francia.

Accusato di massoneria di rito egiziano, venne arrestato nel  dicembre del 1789 a Roma, e rinchiuso a Castel Sant'Angelo; in seguito trasferito alla fortezza di San Leo trasformata in prigione per volere dell'Inquisizione. Qui fu murato vivo nella cella del "pozzetto": si tratta di una cella senza porte e finestre con solo una botola in alto per passargli il cibo. Vi rimarrà per 4 anni fino alla sua morte avvenuta, come egli stesso aveva predetto, alle quattro del mattino del 27 Agosto 1795 per apoplessia, a 52 anni due mesi e 28 giorni. Egli venne seppellito, essendo stato un eretico, in una buca anonima, nella parte della fortezza  in cui il sole declina a ponente. Ucciso dagli stenti o dagli aguzzini.  I giornali del tempo parlarono di assassinio, il cappellano del carcere di un colpo apoplettico. La sua fine, come la sua vita, resta avvolta nel mistero.

E' ricorrente tra i vecchi di San Leo, la storia che Cagliostro appaia all'imbrunire, nelle notti senza luna, sugli spalti del Forte, o che si possano ascoltare, nottetempo, strani rumori provenienti dalla sua cella.